L'OPEC+ ritarda l'aumento della produzione: Il prezzo del petrolio WTI è salito a 70,50 dollari in mezzo all'instabilità
Le informazioni su un possibile attacco iraniano hanno fatto impennare i prezzi del petrolio
Alla fine del 31 ottobre, il petrolio West Texas Intermediate (WTI) è salito sopra i 70 dollari al barile
Attualmente il WTI è scambiato intorno ai 70,50 dollari.
I trader hanno prestato poca attenzione al rapporto dell'Energy Information Administration (EIA) sull'aumento della produzione petrolifera statunitense, che ad agosto ha raggiunto il record di 13,4 milioni di barili al giorno. Il precedente record di 13,31 milioni di barili al giorno era stato stabilito nel dicembre 2023.
Secondo l'EIA, la produzione di petrolio in Texas è aumentata dell'1,7% a 5,82 milioni di barili al giorno, mentre la produzione in New Mexico è aumentata del 2,8% a 2,09 milioni di barili al giorno.
L'attenzione del mercato si è invece nuovamente spostata sugli eventi in Medio Oriente, dove le tensioni si stanno intensificando.
Focus sugli eventi in Medio Oriente
La Reuters, citando Axios, riferisce che l'intelligence israeliana ritiene che l'Iran stia preparando un attacco su larga scala contro Israele, con numerosi missili balistici e droni, nei giorni che precedono le elezioni americane del 5 novembre.
L'aumento della domanda di petrolio è stato sostenuto anche dalla notizia che l'OPEC+ intende ritardare di almeno un mese l'aumento della produzione originariamente previsto per dicembre. Questi piani potrebbero essere rivisti a causa della debolezza della domanda di petrolio e dell'aumento dell'offerta.
La reazione dei prezzi ai recenti eventi potrebbe essere esagerata. Tuttavia, qualsiasi accenno a un'escalation delle tensioni in Medio Oriente o intorno all'Iran potrebbe spingere i prezzi verso il significativo livello tecnico sopra i 75 dollari, dove convergono la media mobile semplice (SMA) a 100 giorni e diversi altri indicatori chiave.
