14.04.2025
Jainam Mehta
Collaboratore
14.04.2025

I prezzi del petrolio salgono leggermente dopo settimane di perdite grazie all'alleggerimento dei dazi e alle importazioni cinesi che sostengono il sentiment

I prezzi del petrolio salgono leggermente dopo settimane di perdite grazie all'alleggerimento dei dazi e alle importazioni cinesi che sostengono il sentiment Il greggio WTI recupera a 62,2 dollari dopo due settimane di perdite

I futures del greggio West Texas Intermediate (WTI) sono saliti dell'1% a 62,2 dollari al barile lunedì, interrompendo una striscia di due settimane di perdite. La modesta ripresa è stata alimentata da una combinazione di sgravi tariffari temporanei da parte degli Stati Uniti e da un inatteso rimbalzo delle importazioni di greggio cinese. Tuttavia, persistono le preoccupazioni sulla domanda globale, con i benchmark petroliferi ancora in calo di quasi 10 dollari dall'inizio di aprile.

La decisione del Presidente degli Stati Uniti Donald Trump di esentare temporaneamente dai dazi alcuni prodotti tecnologici cinesi, tra cui smartphone e computer, ha dato una spinta a breve termine al sentiment del mercato. Tuttavia, il sollievo potrebbe essere passeggero. Trump ha segnalato che potrebbero seguire ulteriori dazi, in particolare sui semiconduttori, mantenendo l'incertezza sulla politica commerciale e sulle prospettive di crescita globale.

Contemporaneamente, nuovi dati provenienti dalla Cina hanno mostrato che le importazioni di greggio sono aumentate di quasi il 5% su base annua a marzo. L'aumento delle spedizioni di petrolio iraniano e russo ha contribuito ad alimentare il guadagno, attenuando le preoccupazioni per l'indebolimento della domanda asiatica. Tuttavia, gli analisti avvertono che il contesto macro generale rimane ribassista. Goldman Sachs ha recentemente rivisto al ribasso le sue previsioni sui prezzi del petrolio per il 2025 e il 2026, citando il calo della domanda di materie prime petrolchimiche.

Dinamica dei prezzi USOIL (marzo 2025 - aprile 2025) Fonte: TradingView.

Gli speculatori riducono l'esposizione; si guarda ai colloqui con l'Iran e ai dati sulle trivellazioni

Anche il sentimento speculativo sul mercato petrolifero è diventato fortemente negativo la scorsa settimana. I dati dell'ICE hanno mostrato che le posizioni nette lunghe sul Brent sono scese di oltre 162.000 contratti, segnando il più grande crollo speculativo almeno dal 2015. Ciò è stato determinato da un'ondata di liquidazioni di posizioni lunghe in seguito allo stallo tariffario in corso tra Stati Uniti e Cina.

Nel frattempo, i negoziati tra Stati Uniti e Iran nel fine settimana sono stati descritti come "costruttivi", sollevando la speranza che i progressi possano alleviare i rischi legati alle sanzioni sul mercato petrolifero. Allo stesso tempo, l'attività di trivellazione degli Stati Uniti sta rallentando in risposta al calo dei prezzi. La scorsa settimana Baker Hughes ha registrato un calo di nove impianti di trivellazione, il più forte dal giugno 2023, portando il conteggio degli impianti di trivellazione a 480 unità.

Negli ultimi aggiornamenti abbiamo sottolineato come la direzione del petrolio resti legata alla geopolitica e alle previsioni sulla domanda. L'ultimo rimbalzo offre una tregua tecnica, ma il sentimento generale rimane fragile a meno che la stabilità dei dazi e le indicazioni sulla produzione dell'OPEC non migliorino.

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