I prezzi del petrolio mantengono i guadagni grazie alla tregua tra Stati Uniti e Cina, ma la produzione dell'OPEC pesa sull'outlook

I futures del greggio WTI sono saliti a 62,5 dollari al barile martedì, estendendo il loro rally per la quarta sessione consecutiva e toccando un massimo di due settimane. L'ultima spinta ha fatto seguito alla tregua tariffaria di 90 giorni tra Stati Uniti e Cina, attenuando i timori di un'imminente guerra commerciale tra i due maggiori consumatori di petrolio.
Tuttavia, gli operatori rimangono cauti, bilanciando le speranze di ripresa della domanda con l'aumento dell'offerta da parte dei produttori OPEC+ e la resistenza tecnica vicino alle medie mobili chiave.
Dinamica dei prezzi dell'USOIL (ottobre 2024 - maggio 2025) Fonte: TradingView.
I driver misti sfidano la continuazione rialzista
Il balzo dell'1,5% dei prezzi del greggio di lunedì è stato guidato da un ampio sentimento di rischio dopo la sospensione dei dazi. Gli analisti di ING hanno descritto la mossa come una "riduzione più ampia del previsto", che ha innescato una ripresa del petrolio, delle azioni e del dollaro statunitense. Tuttavia, anche se le tensioni commerciali si attenuano, le osservazioni dei funzionari della Fed hanno suggerito una minore urgenza di tagliare i tassi, mettendo in dubbio un'accelerazione sostenuta della domanda.
La resistenza tecnica è un altro vento contrario. I futures del greggio leggero stanno testando la media mobile a 50 giorni vicino a 63,80 dollari. Una rottura di questo livello potrebbe estendere i guadagni al massimo del 23 aprile, a 64,87 dollari, e potenzialmente alla media mobile a 200 giorni, a 67,61 dollari. Per ora, il supporto dei prezzi è ancorato tra 60,09 e 59,68 dollari.
L'aumento della produzione dell'OPEC smorza l'ottimismo
Nonostante lo slancio rialzista guidato dal commercio, i fondamentali del mercato petrolifero rimangono complessi. La produzione OPEC dovrebbe aumentare di 411.000 barili al giorno a maggio, grazie alla pressione dell'Arabia Saudita sui membri meno performanti e alla stabilità delle esportazioni verso la Cina. Nel frattempo, l'Iraq e la miscela CPC del Mar Nero stanno registrando lievi riduzioni e la Pemex del Messico potrebbe dirottare le spedizioni d'oltremare verso gli impianti nazionali.
A completare il quadro dell'offerta, i mercati dei combustibili raffinati rimangono stabili. I margini di raffinazione stabili e la capacità limitata negli Stati Uniti e in Europa contribuiscono a compensare la debolezza dei benchmark del greggio. Anche le interruzioni, come quella dell'impianto Johan Castberg di Equinor, stanno dando un sostegno temporaneo.
Come discusso in precedenza, la ripresa del greggio WTI è stata guidata da un temporaneo ottimismo nel sentimento della domanda, ma i venti contrari strutturali dovuti all'eccesso di offerta e agli aggiustamenti della produzione continuano a limitare una forte continuazione rialzista. A meno che i prezzi non riescano a superare il livello di 64,87 dollari, è probabile che il petrolio rimanga in una fascia di oscillazione, in attesa di indicazioni più chiare dalla politica commerciale e dall'andamento delle scorte.