L'indice del dollaro USA subisce la pressione della politica, del rating del credito e della divergenza della curva dei rendimenti

L'indice del dollaro statunitense ha esteso il suo declino questa settimana, scivolando a un minimo di 98,95 nella sessione europea di mercoledì.
Questo segna la terza perdita giornaliera consecutiva e spinge il calo settimanale all'1,4%, cancellando tutti i guadagni di maggio. L'indice si trova ora al di sotto del prezzo di apertura del mese a 99,30, segnalando un chiaro cambiamento nel momentum direzionale.
I punti salienti
- L'indice del dollaro USA rompe il supporto chiave mentre le perdite di maggio si fanno più profonde
-Il downgrade di Moody's e i rischi sul debito alimentano il momentum ribassista del dollaro
-L'RSI si avvicina alla zona di ipervenduto mentre la pressione al ribasso accelera
Il sentimento degli investitori sul dollaro statunitense è stato appesantito da una serie di fattori. Il primo è il declassamento del rating creditizio da parte di Moody's. L'agenzia ha citato l'ingrossamento del debito degli Stati Uniti, pari a 36.000 miliardi di dollari, come preoccupazione critica, aggravata dal piano di tagli fiscali proposto dal Presidente Trump che potrebbe aggiungere altri 3-5.000 miliardi di dollari di debito. Inoltre, lo stallo dei negoziati commerciali e le crescenti pressioni internazionali su Washington affinché riconsideri la sua posizione tariffaria hanno aumentato l'incertezza.
L'indice del dollaro statunitense scende sotto quota 99,00 a causa del deterioramento del sentimento e della rottura della linea di tendenza.
Da un punto di vista tecnico, la rottura al di sotto della linea di tendenza rialzista che ha sostenuto la ripresa più ampia dal minimo di aprile segna un cambiamento chiave. La chiusura di martedì al di sotto di questa linea ha segnalato la fine della ripresa più ampia e l'estensione odierna al ribasso rafforza il segnale ribassista. In particolare, la perdita odierna dello 0,5% ha già eguagliato il calo totale di martedì, dimostrando che la spinta al ribasso sta accelerando.
Nonostante i rendimenti elevati dei Treasury, tra cui il titolo trentennale ha toccato il 5% durante le ore asiatiche, il dollaro non è riuscito ad attrarre un sostegno significativo. Al contrario, gli operatori si sono orientati verso le tradizionali valute rifugio come lo yen giapponese e il franco svizzero, riflettendo le maggiori preoccupazioni sulle prospettive fiscali.
L'RSI a 4 ore del DXY si aggira ora vicino a 30, prossimo a entrare in territorio di ipervenduto. Tuttavia, il prezzo ha ancora spazio per spingersi più in basso, verso il precedente minimo di due settimane, a 98,75. In caso di rimbalzo, il primo livello da tenere d'occhio è 99,55, che è stato il minimo del giorno precedente e ora funge da resistenza.
Nel complesso, l'indice del dollaro statunitense sta subendo la pressione del deterioramento dei fondamentali e dell'indebolimento della struttura tecnica. L'attenzione del mercato si concentrerà ora sulla tenuta del supporto di 98,75 o sull'eventualità che ulteriori flussi di risk-off verso altri beni rifugio continuino a pesare sul biglietto verde.
Il rimbalzo del DXY da 99,6 mantiene intatto il canale rialzista nonostante la debolezza del sentimento. Le tensioni geopolitiche e i rischi di credibilità del debito mantengono incerta la direzione.