Il prezzo dell'argento si mantiene intorno ai massimi di 14 anni grazie alla domanda di beni rifugio guidata dalle tariffe doganali

L'argento è entrato nella nuova settimana di contrattazioni in una posizione di forza, sulla base della forte impennata di venerdì scorso che ha fatto salire il prezzo del 4% a 38,5 dollari.
Un livello che non si vedeva da oltre 14 anni e che segna una significativa svolta tecnica e psicologica.
Punti salienti
-L'argento si mantiene oggi vicino a 39,1 dollari dopo aver toccato venerdì un massimo di 14 anni con un'impennata del 4%.
-Il prezzo odierno si consolida dopo i guadagni asiatici mentre l'RSI segnala condizioni di ipercomprato
-I timori per le tariffe e la domanda di beni rifugio spingono l'argento a salire dell'8,35% da un mese all'altro nonostante la forza del dollaro
Il rally di venerdì non è stato solo il più grande guadagno di un giorno in oltre un mese, ma è stato anche accompagnato dal più alto volume di scambi giornalieri nello stesso periodo. A rendere il movimento ancora più notevole è stato il fatto che si è verificato nonostante la relativa forza del dollaro statunitense, una rara divergenza nella tradizionale correlazione inversa tra l'argento e il biglietto verde.
Dinamica del prezzo dell'argento (maggio - luglio 2025). Fonte: Tradingview
Oggi, lunedì 14 luglio, lo slancio rialzista si è protratto nella sessione asiatica, dove l'argento ha guadagnato quasi il 2%, spingendo i prezzi verso 39,12 dollari. Tuttavia, durante la sessione europea, il movimento dei prezzi è diventato più contenuto, consolidandosi vicino a questo livello senza ulteriori rialzi. L'argento ha ora registrato tre giorni consecutivi di guadagni e attualmente si trova su un incremento mensile dell'8,35%.
I trader dell'argento monitorano l'IPC statunitense e la retorica sulle tariffe, mentre l'interesse per gli acquisti continua a crescere
Il principale fattore fondamentale alla base della recente forza dell'argento è l'annuncio del Presidente degli Stati Uniti Donald Trump di nuove tariffe del 30% sulle importazioni dall'Unione Europea e dal Messico, che entreranno in vigore il 1° agosto. La mossa ha scosso i mercati globali e ha ravvivato la domanda di metalli preziosi come beni rifugio. Sebbene le aspettative di un taglio dei tassi da parte della Federal Reserve si siano attenuate, dando un certo sostegno al dollaro, questi guadagni del dollaro non si sono tradotti in una pressione sull'argento. Al contrario, le incertezze geopolitiche e commerciali stanno fornendo un sostegno maggiore al metallo.
Oggi non ci sono dati economici fondamentali negli Stati Uniti che possano influenzare il sentimento del mercato, il che significa che lo sviluppo dei dazi rimane il principale fattore di attenzione. Finché i rischi tariffari e la relativa retorica persisteranno, l'argento potrebbe continuare ad avanzare, eventualmente ritestando il livello psicologico di 40,0 dollari nel corso della settimana. Questo potenziale di rialzo potrebbe essere influenzato anche dall'attesa per i prossimi dati sull'IPC statunitense, un evento chiave che potrebbe influenzare le aspettative sui tassi.
Da un punto di vista tecnico, l'RSI si trova ora in territorio di ipercomprato su più timeframe, il che suggerisce che l'argento potrebbe essere maturo per un temporaneo pullback se il sentiment dovesse cambiare o se il dollaro dovesse rafforzarsi. Il supporto immediato si trova al 20 EMA sopra 38,5 dollari - il massimo della settimana precedente - e poi al 50 EMA a 38,0 dollari. Questi livelli potrebbero fungere da ammortizzatori chiave in caso di ritracciamento prima di un'ulteriore avanzata.
Le minacce di Trump sui dazi doganali hanno stimolato la domanda di beni rifugio e spinto l'argento verso l'alto. L'argento è uscito da un consolidamento di più settimane e ha raggiunto i 37,56 dollari.